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Si crede che, da circa il decimo secolo in avanti, il termine "Mani" si riferiva ad una piccola regione appartenente ad un viscovo. Questo nome però presto venne a riferirsi giusto ad un particolare castello: Megali Maini (il Castello del Grand Magne), probabilmente quello che oggi rimane di Kelefa, la fortezza costruita dai franchi durante le ultime decadi dell'Impero Byzantino. Più avanti, Mani poi venne conosciuto come la zona dove viveva la gente libera durante il periodo dell'occupazione turca dei Ottoman, dato che anche se la regione intorno al Taygetos è verde e rigolioso di vegetazione, più al sud le terre sono aride, rocciosi e scabre, con inverni freddissimi ed estati caldissime: situati dunque in uno dei posti più inaccessibili del sud Peloponneso, i fieri manioti non si sottomisero mai agli invadenti, e così la posizione remota del Mani (e la sua particolare geomorfologia e determinati eventi storici) ha contribuito tantissimo allo sviluppo della civilizzazione locale – una cultura unica basata su folclore, sistemi sociali complessi e tradizioni profondamente radicate.
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I Manioti sono gli abitanti greci del Mani, e si ritiene che loro sono un popolo dell'antica Grecia, discendenti degli Spartani. Attraverso la storia sono conosciuti, sia dai loro compatrioti che dai loro nemici, come guerrieri impavidi e feroci. Fin dal periodo byzantino, i Manioti erano anche temuti per i loro frequenti atti di pirateria – questo a causa delle scarse materie prime e risorse della loro regione, così come l'insufficiente capitale per il commercio d'oltremare. Per la maggior parte, vivevano in villaggi costuiti da torrette fortificati dove, nonostante la loro grande povertà, hanno difeso con successo le loro terre contro i numerosi eserciti che in passato hanno continuamente invaso il Mani.
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